CANAVESE - Coronavirus: storie di aziende che convertono la produzione per realizzare mascherine e supporti medici

2023-03-08 14:46:52 By : Ms. sophie wei

Sfruttando le proprie capacità e competenze si sono messe a disposizione per realizzare parti di prodotti per il settore sanitario oppure hanno convertito, seppur temporaneamente, la propria produzione

CUCEGLIO - Reagire all’emergenza: sembra questo il grido di battaglia di alcune aziende Canavesane associate a Confindustria Canavese che hanno deciso di rispondere all’appello del Paese per offrire un aiuto concreto in una circostanza drammatica come quella che stiamo vivendo. Sfruttando le proprie capacità e competenze si sono messe a disposizione per realizzare parti di prodotti per il settore sanitario oppure hanno convertito, seppur temporaneamente, la propria produzione per realizzare mascherine e contribuire così a rimediare alla grave carenza di questo tipo di protezione, preziosa per contrastare il contagio da Covid 19.

Tra le prime aziende canavesane scese in campo contro il coronavirus vi è la EmmeVi Mv S.p.A., azienda di Cuceglio specializzata nella produzione di tappeti, zerbini e passatoie. L’azienda, a tempo di record, ha avviato la produzione di mascherine per uso civile non medicale lavabili e riutilizzabili.  “Siamo sempre stati un'azienda dove la creatività e l'improvvisazione non mancano”, ha dichiarato Ambra Michela, marketing manager dell’azienda. “L'idea di riconvertire parte della produzione nasce dall'idea di pensare a come poter essere utili al territorio per far fronte all'emergenza delle ultime settimane. Abbiamo pensato a questo progetto ed una volta proposto, i nostri dipendenti han risposto a coro unanime mostrando interesse, attaccamento all'azienda e disponibilità nel partecipare attivamente fin da subito. Ora corriamo, sperando di soddisfare il più alto numero di richieste!”

Un’altra storia arriva invece dalla DEX Assemblaggi srl di Carema, azienda specializzata in lavorazioni meccaniche di precisione e, da qualche anno, anche in stampa in 3D. Proprio questo reparto ha fatto sapere di essere operativo per supportare le varie Asl per qualsiasi esigenza e dispone anche dei file per stampare i kit delle valvole Charlotte inventate da una start up italiana per riadattare le maschere da snorkeling di Decathlon in maschere per terapia sub-intensiva. “Disponiamo di macchine all’avanguardia come l’HP 540 e la Markforged two che possono essere utili per creare pezzi che servono a chi sta in prima linea, pertanto non abbiamo esitato a metterci a disposizione e a offrire il nostro supporto in caso di necessità. Inoltre, abbiamo un reparto di meccanica just in time per le lavorazioni di Titanio medicale, Inox e alluminio”, fanno sapere dall’azienda.

Anche la UFS Srl di Sparone, leader nella produzione di utensili filettatori, ha messo a disposizione le sue apparecchiature per la stampa in 3D e ha incominciato a stampare le valvole Charlotte. “Ci siamo messi subito a disposizione convinti che, se si ha la possibilità, sia fondamentale dare il proprio contributo per fronteggiare l’emergenza. Lo abbiamo fatto con il cuore, con la speranza che si possa tornare presto alla normalità”, ha commentato Stefano Doglietto, titolare dell’azienda.

In prima linea nella lotta contro il Covid-19 anche la ERGOTECH srl di Settimo Vittone, azienda specializzata nella costruzione stampi e nello stampaggio di articoli tecnici in materiale termoplastico nel settore automotive e, nel passato, anche per il settore medicale. La Ergotech, non appena saputo della possibilità di trasformare le maschere di Decathlon, ha provveduto ad acquistarne 150 e, grazie alla collaborazione di alcune aziende piemontesi (Reply e Model Project), ha effettuato le modifiche per poterle collegare ai respiratori. Una decina di questi prodotti sono già stati consegnati all’ospedale di Ivrea e altri sono pronti per soddisfare le richieste di altri ospedali piemontesi. Dopo questo primo passo l’azienda si è attivata per costruire lo stampo per realizzare direttamente la valvola per il raccordo al respiratore: a breve lo stampo sarà ultimato, permettendo così alla Ergotech di modificare un maggior numero di maschere in tempi decisamente più brevi. “Quando siamo stati contattati per chiederci se disponibili a produrre questi raccordi abbiamo capito di dover essere assolutamente disponibili in questa situazione di emergenza”, ha dichiarato Andrea Peretto, della direzione. “Sappiamo che questi dispositivi sono Off label, ma potrebbero comunque consentire una respirazione facilitata alle persone che hanno contratto il Covid-19 e sostituire i caschi cPAP che attualmente sono diventati introvabili. Il tutto è stato fatto a titolo gratuito, di donazione, in quanto riteniamo sia doveroso dare il nostro contributo alle strutture sanitarie del nostro territorio e ringraziamo molto tutti i nostri collaboratori e amici che stanno in questo momento lavorando per la realizzazione dello stampo che dalla prossima settimana dovrebbe essere operativo”.

Poiché l’unione fa la forza, nell’emergenza sono nate anche delle proficue collaborazioni tra aziende canavesane. La Model Project srl di Scarmagno (anch’essa associata a Confindustria Canavese), realtà che opera nel settore della prototipazione e realizzazione di modelli per l’industrial design, ha contribuito nella modifica delle maschere da sub. “La nostra azienda dispone di stampanti 3d da 25 anni e quando siamo stati contattai dalla Ergotech, per la produzione delle valvole, ci siamo subito resi disponibili a fornire le parti richieste”, ha dichiarato Luca Bozzello, titolare dell’azienda.

Altro caso, ma relativo a prodotti diversi, quello della PhoenixPCB di Ivrea che sta producendo circuiti stampati destinati ad alcuni macchinari dell’Ospedale di Brescia. “Il progetto è partito da un nostro Cliente che ha messo a disposizione gratuitamente il proprio ufficio tecnico per progettare un sistema che automatizzi l’utilizzo dei respiratori senza la presenza di un operatore”, ha spiegato Alberto Alberton.  “Si pensi all’utilizzo del personale nelle ambulanze durante il trasporto o ai medici che possono essere così impiegati in altre emergenze. Sinceramente, nemmeno abbiamo pensato alla possibilità di far pagare i circuiti, perché, seppur nei limiti delle proprie possibilità, ognuno di noi ha il dovere morale di contribuire. Non sarà mai abbastanza, ma siamo un grande Paese, secondi a nessuno in solidarietà… e oggi come ieri, lo stiamo dimostrando”.

Molti imprenditori che non hanno potuto dare un sostegno come nel caso delle aziende citate hanno invece scelto di fare importanti donazioni di denaro e di materiale all’Asl To4 oppure di offrire forti sconti per le altre imprese nella fornitura di servizi che permettano di lavorare da casa nelle migliori condizioni possibili (telefonia e informatica), oppure di sistemi per la misurazione della temperatura e servizi per la sanificazione dei locali. In tutti i casi si tratta di importanti dimostrazioni di impegno e solidarietà, essenziali per superare il prima possibile questa terribile emergenza sanitaria. 

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